All’olio extravergine di oliva abbiamo dedicato un importante momento di visibilità il 26 novembre, in occasione della giornata internazionale dell’olivo proclamata dall’Unesco.
Abbiamo intrapreso un viaggio entusiasmante nel Mediterraneo, un immenso oliveto, esteso per milioni di ettari costituisce da secoli uno dei caratteri distintivi del paesaggio agrario del Mediterraneo. Il merito di questa straordinaria diffusione va all’instancabile opera di generazioni di contadini che hanno saputo coltivare l’olivo in questi territori.
E abbiamo intervistato produttori e attivisti per la conservazione del paesaggio, mostrando come i problemi da affrontare risultino ancora numerosi. A partire dalla coltivazione massificata fino alle malattie, alle terre oggetto di esproprio e molto altro ancora.
Conscio dei rischi e delle problematiche, Slow Food promuove da anni una presa di consapevolezza su uno degli elementi cardine della nostra alimentazione, nonché su una coltura che, nei millenni, è stata in grado di plasmare così profondamente il paesaggio mediterraneo da costituirne uno degli elementi visivi ed evocativi più connotanti.
Da anni, Slow Food ha attivato il Presidio nazionale dell’olio extravergine italiano per valorizzare una cultura che è molto più che alimentare. Gli olivicoltori aderenti al Presidio devono avere oliveti di cultivar autoctone del territorio gestiti senza fertilizzanti di sintesi e diserbanti chimici. Inoltre, poiché potare o raccogliere le olive da piante secolari è molto più oneroso rispetto a impianti giovani, per evitare l’abbandono degli oliveti più antichi, il Presidio prevede che almeno l’80% delle piante abbia un’età minima di 100 anni. Infine, i produttori devono dotarsi dell’etichetta narrante per raccontare e valorizzare la propria storia, il proprio territorio e il proprio lavoro.
Sempre nella stessa ottica, Slow Food pubblica la Guida agli extravergini, lo strumento che utilizziamo per raccontare al meglio il patrimonio olivicolo italiano, accompagnando il lettore a scoprire l’Italia attraverso aziende, varietà ed esempi di sostenibilità, economica, sociale e ambientale.
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Slow Food lavora da 30 anni per difendere la biodiversità e combattere la crisi climatica, promuovendo un cibo buono, pulito e giusto per tutti.
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