I prodotti di
La Tana delle Pitine
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Azienda specializzata nella lavorazione carne e produzione di salumi, in particolare di Pitina IGP.
Spinti dalla voglia di creare qualcosa in una valle come la Val Tramontina, nelle Prealpi Carniche, afflitta dalla piaga inesorabile dello spopolamento, Manuel e suo fratello Sandro si sono rimboccati le maniche e hanno costruito un laboratorio dedicato alla lavorazione delle carni.
Inaugurata nel 2016 presentando il loro prodotto in occasione del premio Mattia Trivelli dedicato ai produttori della Pitina, un salume tradizionale locale,l’azienda si è subito distinta (vincendo il 1° premio) per qualità e per la decisione di produrlo in maniera totalmente naturale (senza conservanti, fermenti, starter e additivi).
La ricetta è stata tramandata da generazione in generazione fino ad arrivare a Manuel che, pur essendo il primo a commercializzarla, ha mantenuto rigorosamente l’autentica maniera per produrla.
La Pitina IGP è un salume unico nel suo genere, in quanto non insaccato e a base di carne ovina o caprina, nato alla metà del ‘800 dalla necessità di conservare la carne dei capi non più produttivi, ed è stata la fonte proteica principale che ha permesso agli abitanti delle zone più decentrate della valle di sopravvivere nei lunghi e nevosi inverni in cui rimanevano isolati nelle borgate.
Oggi i capi vengono acquistati da piccoli allevatori locali che si vedono trasformare l’animale non più produttivo in una risorsa, senza escludere il concetto ben più nobile di non sprecare o buttare carni sane e buone.
Gli ingredienti sono semplici, un pò di lardo suino, sale, pepe, aglio infuso nel vino rosso (poi filtrato) e l’aggiunta di erbe aromatiche della zona.
Una volta fatto, l’impasto viene porzionato in polpette che, una volta ben pressate a mano, vengono ricoperte di farina di mais, affumicate solo con legno di nocciolo (autoctono) e stagionate.
La Pitina può essere consumata tal quale – affettata sottile – o come ingrediente per deliziosi piatti – può infatti sostituire in maniera molto efficace speck o salsiccia.
Di origini contadine, le pitine nascono per soddisfare l’esigenza di conservare la carne nei mesi autunnali e invernali, in zone tradizionalmente povere come il pordenonese. Alla carne tritata di pecora, capra o di capriolo si aggiungevano sale, aglio, pepe nero, rosmarino o finocchio selvatici e bacche di ginepro, e si formavano polpette che si passavano poi nella farina di mais e si affumicavano sul fogher, il focolare tradizionale friulano. La pitina si mangia cruda, dopo almeno 15 giorni di stagionatura, ma è ottima anche cucinata.
Area di produzione: Val Tramontina e Val Cellina (provincia di Pordenone)
Stagionalità: la produzione viene effettuata da settembre a giugno, in ogni caso non in estate, poiché gli ovicaprini sono sui pascoli estivi
La Pitina IGP è un prodotto a base di carni ovicaprine o di selvaggina ungulata, conservata grazie a un processo di affumicatura e a uno strato protettivo di farina di mais, è ottenuta da un impasto costituito da:
La Pitina IGP può essere messa in commercio non prima che siano trascorsi 30 giorni dall’inizio della lavorazione, intesa come data di impasto.
La Pitina IGP esternamente si presenta di forma semisferica, di colore compreso tra il giallo dorato ed il giallo bruno; il colore interno al taglio è compreso tra il rosso vivace e il bordeaux carico con la parte più esterna più scura. Al taglio l’impasto si presenta magro con grana molto fine. Il sapore è complesso e sapido con un caratteristico aroma di fumo. La Pitina IGP ha un peso compreso tra i 100 e i 300 grammi.
La zona di produzione della Pitina IGP si estende esclusivamente nel territorio comunale dei Comuni di Andreis, Barcis, Cavasso Nuovo, Cimolais, Claut, Erto Casso, Frisanco, Maniago, Meduno, Montereale Valcellina, Tramonti di Sopra e Tramonti di Sotto, in provincia di Pordenone, nella regione Friuli Venezia Giulia.
La Pitina IGP viene commercializzata intera, confezionata sottovuoto o in atmosfera modificata.
Ultima modifica: 26 Feb 2021
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